Il gadolinio è un elemento della tavola periodica (il sessantatreesimo per la precisione). È un metallo ed appartiene alla categoria delle terre rare. Ha tantissime applicazioni industriali (vedi ad esempio la produzione di compact disc) e viene utilizzato come reagente per la risonanza magnetica.
Se avete avuto una risonanza di recente potreste trovarvi nella necessità di smaltirlo nel più breve tempo possibile, dato che sebbene non sia nocivo, può dare qualche problema come nausea o mal di testa.
Ma come si smaltisce il gadolinio nel più breve tempo possibile? Vediamolo insieme.
Nessun problema per chi ha reni perfettamente funzionanti
Il realtà il gadolinio può essere smaltito senza troppi problemi da chi ha reni che funzionano perfettamente. Chi invece ha problemi renali ha maggiori problemi a smaltirlo, motivo per il quale ne viene in genere vietato l’utilizzo in queste circostanze.
I reni sono in genere capaci di smaltire questo elemento senza troppi problemi, anche se durante i primi giorni è bene rimanere molto idratati, per favorire la normale diuresi e quindi l’espulsione del metallo dal nostro corpo.
Come consigliano i medici, nei giorni successivi alla risonanza magnetica, è bene mantenere una dieta leggera, che permetta al corpo di occuparsi delle sostanze da smaltire, senza appesantire il processo digestivo con alimenti che pongano sotto stress eccessivo l’apparato digerente.
Esistono prodotti in grado di far smaltire il gadolinio?
No, il metallo verrà espulso tramite filtraggio da parte dei reni e non ci saranno problemi di sorta, né tantomeno la necessità di ricorrere a coadiuvanti per liberarsi della terra rara che il nostro medico ha utilizzato come reattivo per la risonanza magnetica.
Un prodotto comunque tossico: le controindicazioni
Sebbene venga indicato come materiale a tossicità medio-bassa, il gadolinio non fa bene al corpo. Nel caso in cui si entrasse in contatto con questo materiale, si avrebbero problemi a livello di mucose e di tessuto connettivo. Secondo una recente nota della FDA inoltre, il gadolinio aumenterebbe le possibilità di contrarre la fibrosi nefrogenica sistemica nei pazienti con gravi problemi di insufficienza renale, motivo per il quale il suo utilizzo in questi ambiti è assolutamente proibito.